).
Siccome però l'unica cosa durevole e universale, è la natura sì delle cose che di ciascuna cosa, perciò opinione durevole e universale intorno alla convenienza ed al bello, non può essere se non quella che è conforme a detta natura, cioè che giudica conveniente quello che la natura ha fatto e disposto che appartenga agli esseri. (il che ha fatto e disposto non già necessariamente e assolutamente ma per solo arbitrio e relativamente.) Quindi è che i gusti non naturali sia circa la forma degli uomini, sia circa le arti imitatrici della natura, sia in qualunque altro genere che appartenga alla natura in qualunque modo ec. tali gusti, dico, si chiamano cattivi, e lo sono; in [1407]quanto ripugnando alla natura reale (benchè relativa) delle cose, non ponno durare, nè essere universali. Al contrario il buon gusto, è buono in quanto convenendo colla natura qual ella è effettivamente, è il solo che possa durare, e in cui tutti appresso a poco possano convenire.
Quindi accade che presto o tardi si ride di uno stile, di una pittura, di un portamento affettato ec. ec. di una persona sfigurata ec. e queste cose si chiamano barbarie, come si chiamano barbarie tutte quelle cose fuori affatto della sfera del bello, che ripugnano alla natura, cioè al modo in cui le cose realmente sono, e perciò denno essere. E qui vedete che la barbarie consiste sempre nell'allontanarsi dalla natura, e però i popoli civili hanno ordinariamente buon gusto, perchè la civiltà ravvicina gli uomini alla natura ec.
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