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      Viceversa quello che a noi italiani par semplice, naturale, bello, grazioso, ai francesi pare così eccessivamente semplice, che non par loro naturale, (giudicando, come sempre accade, della natura, dalla condizione in cui essi si trovano) nè vi sentono grazia o bellezza, ma viltà, bassezza e deformità. Ed è cosa ordinarissima e frequentissima che la grazia, la semplicità, la naturalezza [1417]francese, sia affettazione, artifizio, ricercatezza per noi, e la semplicità ec. italiana, sia rozzezza per li francesi, intollerabile e ridicola. E pur tutti conveniamo nel giudicar bello e grazioso il semplice e naturale, come tutti ci accordiamo nel giudicar bello il conveniente, senza accordarci nel giudicare della convenienza.
      Le altre nazioni non differiscono meno tra loro, e per gl'inglesi non sarà bastantemente naturale nè semplice quello che lo è per gl'italiani, e viceversa sarà sconcio e rozzo per gl'italiani quello ch'è naturale, semplice, naïf per gl'inglesi ec. ec.
      I tempi differiscono assai di più. Lasciamo stare la letteratura classica greca paragonata colla classica latina, che pur si formò su di quella. I trecentisti ci piacciono assai anche oggi, ma oggi chi scrivesse precisamente come loro, in questa lingua, ch'è pur la stessa, sarebbe giudicato barbaro, e quella semplicità ec. ec. parrebbe eccessiva, cioè sconveniente, inverisimile, e non più naturale oggidì, quantunque [1418]la natura in quanto all'essenziale non si muti. I francesi gustano i latini e i greci, ma si guarderebbero bene dall'imitarne molte cose, che in quelli non li disgustano, anzi paiono loro bellezze, perchè le giudicano convenienze relativamente alle circostanze della loro natura, de' tempi ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913