Così (v. p.1422-1424.) quando anche l'Italia fosse stata la prima a ridurre a scienza il commercio sotto nome di mercatura, s'ella poteva dargli questo nome al tempo del Davanzati (nel qual tempo, oltracciò l'Europa non era in tale stato che potesse avere vocaboli universali, o ne abbisognasse ec. nè la precisione della convenzione era sì stabilita ec.), non può darglielo oggi che questa scienza per opera principalmente degli stranieri, mutando faccia da quello ch'era nel 500, ha preso un altro nome universalmente adottato dalle colte nazioni. E [1429]quantunque in etimologia possa egli chiamarsi sinonimo dell'italiano, non è sinonimo quanto all'uso ed all'idea che produce in forza della convenzione, sola arbitra dei significati de' vocaboli, che per se nulla mai significano, e del più e del meno di detti significati ec.
(1. Agosto 1821.)
L'antico è un principalissimo ingrediente delle sublimi sensazioni, siano materiali, come una prospettiva, una veduta romantica ec. ec. o solamente spirituali ed interiori. Perchè ciò? per la tendenza dell'uomo all'infinito. L'antico non è eterno, e quindi non è infinito, ma il concepire che fa l'anima uno spazio di molti secoli, produce una sensazione indefinita, l'idea di un tempo indeterminato, dove l'anima si perde, e sebben sa che vi sono confini, non li discerne, e non sa quali sieno. Non così nelle cose moderne, perch'ella non vi si può perdere, e vede chiaramente tutta la stesa del tempo, e giunge subito all'epoca, al termine ec. Anzi è notabile che l'anima in una delle [1430]dette estasi, vedendo p.e. una torre moderna, ma che non sappia quando fabbricata, e un'altra antica della quale sappia l'epoca precisa, tuttavia è molto più commossa da questa che da quella.
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