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      Pur questa delle feste religiose [1448]è una bellissima istituzione, come ho detto, ma derivata da' costumi antichi, e da usanze, come ho dimostrato, ben anteriori al Cristianesimo, fra le quali bisogna notare, come più strettamente analoga alle nostre feste, l'usanza de' settari de' diversi filosofi di celebrare ogni anno con conviti ec. la festa genetliaca dell'xxx della loro setta. V. Porfirio, Vita Plotini, c.15. e quivi le mie note. Si sa che i Cristiani antichi nelle feste de' loro eroi ec. si univano pure a banchettare. ec. Del resto, le feste genetliache sì de' privati ancor viventi, sì, credo, degl'imperatori ec. o morti o vivi ec. erano assai comuni presso gli antichi, e lo sono anche oggi, ma son fuori del nostro soggetto.
      (3. Agosto 1821.). V. p.1605. capoverso 2.
     
      È vero che la poesia propria de' nostri tempi è la sentimentale. Pure un uomo di genio, giunto a una certa età, quando ha il cuor disseccato dall'esperienza e dal sapere, può più facilmente scriver belle poesie d'immaginazione che di sentimento, perchè quella si può in qualche modo comandare, questo no, o molto meno. E se il poeta scrivendo non [1449]è riscaldato dall'immaginazione, può felicemente fingerlo, aiutandosi della rimembranza di quando lo era, e richiamando, raccogliendo, e dipingendo le sue fantasie passate. Non così facilmente quanto alla passione. E generalmente io credo che il poeta vecchio sia meglio adattato alla poesia d'immaginazione, che a quella di sentimento proprio, cioè ben diverso dalla filosofia, dal pensiero ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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