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      ) non già per [1451]quella volubilità che nasce da leggerezza, e questa da poca forza d'ingegno e di concezioni e sensazioni ec. ma per la facilità di assuefarsi, e quindi di far progressi. Però la mutabilità, quando conduca sempre più avanti, ancorchè produca nell'uomo delle condizioni tutte contrarie alle passate, è sempre indizio di grande ingegno, anzi sua necessaria qualità. Ed infatti grandissima differenza si suol trovare p.e. tra le prime e le ultime opere di un grande scrittore (sia nel genere, sia nello stile, sia nelle opinioni, sia ne' pregi particolari o qualità ec. sia in tutte queste cose insieme), e nessuna o pochissima in quelle de' mediocri, o degl'infimi. Paragonate il Rinaldo del Tasso, o la prima Tragedia del Metastasio o dell'Alfieri colle ultime ec. Così pure nelle inclinazioni della vita o degli studi, ne' gusti letterarii ec. Così dico anche rispetto alle sue assuefazioni e abilità materiali ec.
      (4. Agos. 1821.)
     
      Non c'è sommo ingegno che nel suo [1452]primissimo periodo non si trovi appresso a poco a livello cogl'infimi ingegni, posti in quello stesso periodo. Dal che si vede che il grande ingegno non si forma se non mediante l'uso dell'esercizio e delle assuefazioni, il qual uso gli facilita poi l'abito di assuefarsi, che è quanto dire, gli produce il talento ec. ec.
      (4. Agos. 1821.)
     
      Ciascun uomo è come una pasta molle, suscettiva d'ogni possibile figura, impronta ec. S'indurisce col tempo, e da prima è difficile, finalmente impossibile il darle nuova figura ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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