L'oggetto reale della vita è la vita, e lo strascinare con gran fatica su e giù per una medesima strada un carro pesantissimo e vôto.
(10. Agos. 1821.)
[1477]Non v'è infelicità umana la quale non possa crescere. Bensì trovasi un termine a quello medesimo che si chiama felicità. Può trovarsi un uomo perfettamente fortunato, che nulla possa desiderare di più, la cui felicità non possa più stendersi. Augusto era in questo caso. Ma un uomo tanto infelice, che non possa immaginarsi maggiore infelicità, infelicità non solamente fantastica, non solamente possibile, ma realizzata bene spesso in questo o quell'individuo, per quella o per questa parte; un tal uomo non si dà. La fortuna può dire a molti, io non ho maggior potere di beneficarti, ma nessuno può mai vantarsi, e dire alla fortuna, tu non hai forza di nuocermi davantaggio e di aumentare i miei dolori. Può mancar che sperare, ma nessuno mancherà mai di che temere. La disperazione stessa non basta ad assicurar l'uomo. (10. Agos. 1821). Nessuno può vantarsi o sdegnarsi con verità dicendo: io non posso essere più infelice di quel che sono.
(Molte cose e da molti sono state dette in proposito delle voci sinonime, altri negando che ve n'abbia effettivamente, altri affermando; e questo e quello chi d'una chi d'altra lingua, e chi di tutte in genere.).
Molto s'è disputato circa i sinonimi. Ecco la mia opinione. Le lingue primitive piuttosto dovevano significar molte cose con una sola parola, che aver molte parole ec. da significare una stessa cosa.
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Molte
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