La stessa immensa ricchezza della lingua greca impoveriva gli scrittori, finch'ella non fu studiata con un'arte perfetta ch'è sempre propria de' tempi imperfetti e scaduti.
Ora tornando al proposito, qual lingua, malgrado tutte le dette qualità, era più scarsa di vera sinonimia che la latina, non pur nelle voci, se così posso dire, nelle locuzioni? E pur ella era così varia ec. Anzi la mancanza appunto di sinonimia produceva quella ricchezza individuale di ciascheduno scrittore, ch'era obbligato a mutare espressione ad ogni piccola varietà del discorso. La sinonimia è maggiore assai negli antichi e ottimi greci, [1496]cioè finchè la lingua greca non fu pienamente posseduta per arte e studio. Quando lo fu, la sinonimia fu minore assai, e la varietà e la proprietà molto maggiore. E Luciano è assai più proprio d'Isocrate tanto studioso della sua lingua. Così che la squisita proprietà è realmente aliena dall'ottima lingua greca, e muta il di lei carattere negli scrittori più recenti, e gli accosta al carattere del latino. I latini venuti a tempi signoreggiati dall'arte, possederono sempre pienamente e interamente la loro lingua.
Consideriamo però le lingue antiche, consideriamo i primi scrittori di ciascuna lingua moderna, e vedremo che la sinonimia è assolutamente scarsissima rispetto alle lingue e alle scritture moderne. Dal che si conferma ch'ella non è primitiva, ma prodotta e continuamente accresciuta dal tempo, con danno grande della proprietà, della forza ec. e della vera ricchezza.
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Luciano Isocrate
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