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      (v. il 3. tomo delle sue lett. se non fallo). Ed è notissima l'opinione che portava il Petrarca del suo canzoniere: ed egli lo scrisse [1527]in italiano, come anche il Boccaccio le sue novelle e romanzi, per divertimento delle brigate, come ora si scriverebbe in un dialetto vernacolo, e per li cavalieri e dame, e genti di mondo, che non si credevano capaci di letteratura. ec. ec. Ed è pur noto come nel 500. si scrivessero poemi sudatissimi in latino, e storie ec.
      (19. Agos. 1821.)
     
      Alla p.1109. marg. fine. Fra' quali lo spagnuolo soltar sciogliere, in vece di solutar, da solutus di solvere. E si ha nel Glossar. solta cioè solutio, ed hanno pure i francesi soute, cioè solte, invece di solute. Così sectari sta per secutari. E il primitivo solvere s'è perduto nello spagnuolo. (v. però il Diz.) E noi pure non diciamo assolto per assoluto? sciolto ec.? e voltare appunto, da volutare come soltar da solutare, che differisce per una sola lettera?
      (19. Agos. 1821.). V. p.1562. fine.
     
      La stessa ragione che inclina gli uomini e i viventi a credere assoluto il relativo, li porta a credere effetto ed opera della natura, quello ch'è puro effetto ed opera dell'assuefazione, e a creder facoltà o qualità congenite quelle che sono meramente acquisite. Ma egli è ben vero che questa considerazione estingue il bello e il grande: e quel sommo ingegno, o quella somma virtù considerata come figlia delle circostanze e delle abitudini, non della natura; perde tutto [1528]il nobile, tutto il mirabile, tutto il sublime della nostra immaginazione.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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