(21. Agosto 1821.)
Gli odori sono quasi un'immagine de' piaceri umani. Un odore assai grato lascia sempre un certo desiderio forse maggiore che qualunqu'altra sensazione. Voglio dire che l'odorato non resta mai soddisfatto neppur mediocremente: e bene spesso ci accade di fiutar con forza, quasi per appagarci, e per render completo il piacere senza potervi riuscire. Essi sono anche un'immagine delle speranze. Quelle cose molto odorifere che son buone anche a mangiare, per lo pių vincono coll'odore il sapore, e questo non corrisponde mai all'aspettativa di quel gusto, che dall'odore se n'era conceputa. E se voi osserverete vedrete che odorando queste tali cose, vi viene quel desiderio che tante volte ci avviene nella vita, d'immedesimarci in certo modo con quel piacere, il che ci spinge a porcelo in bocca: e fattolo restiamo mal paghi. Nč solo nelle cose buone a mangiare, ma anche negli altri odori ci sopravviene lo stesso desiderio; e [1538]fiutando p.e. con gran diletto un'acqua odorifera, e non potendoci mai appagare di quella sensazione, ci vien voglia di berla.
(21. Agos. 1821.)
Alla p.1453. Che la natura infatti abbia lasciato da fare all'uomo pių che agli altri animali, e ch'egli anche naturalmente sia pių sviluppabile, e pių destinato a crescere moralmente, si fa chiaro in certo modo anche per l'incremento fisico del suo corpo: giacchč pochi altri animali crescono proporzionatamente tanto quanto cresce l'uomo da quel ch'egli č quando nasce; vale a dire, pochi altri animali nascendo, sono proporzionatamente tanto pių piccoli, di quando sono adulti, quanto č l'uomo.
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