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      Non sapeva dunque che cosa ella si formasse, giacchè gli esseri e le cose tutte non vanno considerate, nè si può giudicar di loro, e della loro qualità ec. se non se nello stato di perfezione. Or com'è possibile che la natura la quale ha fatto ogni cosa perfetta, (nè poteva altrimenti) non abbia nè assegnato verun genere di perfezione alla sua principal creatura, nè disposto le cose in modo che l'uomo dovesse necessariamente conseguire questa perfezione, cioè la pienezza e il vero modo del suo essere? e che gli abbia detto; la perfezione, cioè l'esistenza intera, l'esistenza che ti conviene, il modo in cui devi essere, la forma e la natura tua propria, te la darà [1572]il caso, come, e quando, e se vorrà, e quanto vorrà, cioè in quel grado e in quei luoghi che vorrà, e quale vorrà?
      (27 Agos. 1821.)
     
      Che immensa opera è la civilizzazione! quanto difficile; quanto ne sono lontani da che mondo è mondo la maggior parte degli uomini! che risultato d'infinite combinazioni accidentali! La perfezione essenziale alle cose, doveva essere assegnata dalla natura in questo modo alla principal cosa del nostro sistema, cioè all'uomo?
      (27. Agos. 1821.)
     
      Chi maneggia d'intorno a se un rasoio, o altro ferro o cosa che possa offendere, e teme di offendersi, è in pericolo grande di farlo: perchè? perchè pone troppa cura e intenzion d'animo ad evitarlo; e ciò glielo rende difficile.
      (27. Agosto. 1821.)
     
      Quanto l'uomo sia invincibilmente inclinato a misurar gli altri da se stesso, si può vedere anche nelle persone le più pratiche del mondo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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