(1. Sett. 1821.)
L'anima de' partiti è l'odio. Religione, partiti politici, scolastici, letterarii, patriotismo, ordini, tutto cade, tutto langue, manca di attività, e di amore e cura di se stesso, tutto alla fine si scioglie e distrugge, o non sopravvive se non di nome, quando non è animato dall'odio, o quando questo per qualunque ragione l'abbandona. La mancanza di nemici distrugge i partiti, e per partiti intendo pur le nazioni ec. ec.
(2. Sett. 1821.)
Alla p.1602. fine. Nè solo il vigor del [1607]corpo, ma anche quello dello spirito è singolarmente ordinato dalla natura. Almeno i primi progressi dello spirito umano sono sempre compagni di una forza (in tutta l'estensione e le classificazioni del termine) che va di mano in mano scemando e perdendosi coi successivi progressi della civiltà. Parlino le storie. V. il pensiero precedente che appartiene pure a questo, perchè l'odio è una delle più vigorose passioni dell'anima; ed è oggi o estinto o travisato in maniera che è fonte di tutt'altro che di forza. V. pure il pensiero seguente.
(2. Sett. 1821.)
I moti e gli atti degli uomini (e de' viventi in proporzione delle rispettive qualità) sono naturalmente vivissimi, specialmente nella passione. La civiltà gli raddolcisce, gli modera, e va tanto innanzi che oramai gran parte del bel trattare consiste nel non muoversi, siccome nel parlare a voce bassa ec. e l'uomo appassionato quasi non si distingue dall'indifferente per verun segno esterno. L'individuo civilizzato copia in se stesso lo stato a cui la società è ridotta dall'incivilimento come una camera oscura ricopia in piccolissimo una vasta prospettiva.
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