(2. Sett. 1821.)
Di più: qual sarà poi questa [1613]perfezione dell'uomo? quando e come saremo noi perfetti, cioè veri uomini? in che punto, in che cosa consisterà la perfezione umana? qual sarà la sua essenza? Ogni altro genere di viventi lo sa bene. Ma la nostra civiltà o farà sempre nuovi progressi, o tornerà indietro. Un limite, una meta (secondo i filosofi) non si può vedere, e non v'è. Molto meno un punto di mezzo. Dunque non sapremo mai in eterno che cosa e quale propriamente debba esser l'uomo, nè se noi siamo perfetti o no ec. ec. Tutto è incerto e manca di norma e di modello, dacchè ci allontaniamo da quello della natura, unica forma e ragione del modo di essere.
(2. Sett. 1821.)
Le cose non sono quali sono, se non perch'elle son tali. Ragione preesistente, o dell'esistenza o del suo modo, ragione anteriore e indipendente dall'essere e dal modo di essere delle cose, questa ragione non v'è, nè si può immaginare. Quindi nessuna necessità nè di veruna esistenza, nè di tale o tale, e così o così fatta esistenza. Come dunque immaginiamo noi un Essere necessario? Che ragione v'è fuori di lui e prima di lui perch'egli esista, ed esista in quel modo, ed esista ab eterno? - La ragione [1614]è in Lui stesso, cioè l'infinita sua perfezione.
Che ragione assoluta vi è perchè quel modo di essere che gli ascriviamo, sia perfezione? perchè sia più perfetto degli altri possibili? più perfetto delle stesse altre cose esistenti e degli altri modi di essere? Questa ragione dev'essere assoluta e indipendente dal modo in cui le cose sono, altrimenti il detto Ente non sarà assolutamente necessario.
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Essere Ente
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