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      (13. Sett. 1821.)
     
      Alla p.1656. principio. La malinconia per es. fa veder le cose e le verità (così dette) in aspetto diversissimo e contrarissimo a quello in cui le fa vedere l'allegria. V'è anche uno stato di mezzo che le fa pur vedere al suo modo, cioè la noia. E l'allegro e il malinconico ec. (sieno pur due pensatori e filosofi, o uno stesso filosofo in due diversi tempi e stati) sono persuasissimi di [1691]vedere il vero, ed hanno le loro convincenti ragioni per crederlo. Vero è pur troppo che astrattamente parlando, l'amica della verità, la luce per discoprirla, la meno soggetta ad errare è la malinconia e soprattutto la noia; ed il vero filosofo nello stato di allegria non può far altro che persuadersi, non che il vero sia bello o buono, ma che il male cioè il vero si debba dimenticare, e consolarsene, o che sia conveniente di dar qualche sostanza alle cose, che veramente non l'hanno.
      (13. Sett. 1821.). V. p.1694. fine.
     
      Alla p.1132. Del resto che un antichissimo caps o altro simile monosillabo sia la radice di caput, si conferma dal vedere che in fatti la parte radicale e primitiva di questa voce, non è se non cap, sola che risponda alla voce greca ??????, cioè alla sua prima parte ??? (Il ? era anticamente un p come altrove ho già detto. O piuttosto non esisteva il ?, ma solo il ? che si adoperava in suo luogo, e poi aspirandosi si scriveva ?? e quindi ?.).
      (13. Sett. 1821.)
     
      Voi altri riformatori dello spirito umano, e dell'opera della natura, voi altri predicatori della ragione, provatevi un poco a [1692]fare un romanzo, un poema ec. il cui protagonista si finga perfettissimo e straordinario in tutte le parti morali, e dipendenti dall'uomo, e imperfetto o men che perfetto nelle parti fisiche, dove l'uomo non ha per se verun merito.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913