Come s'impara se non imitando? Colui che insegna (sia cose materiali, sia cose immateriali) non insegna che ad imitare più in grande o più in piccolo, più strettamente o più largamente. Qualunque abilità materiale che si acquista per insegnamento, si acquista per sola imitazione. Quelle che si acquistano da se, si acquistano mediante successive esperienze a cui l'uomo va attendendo, e poi imitandole, e nell'imitarle, acquistando pratica, e imitandole meglio finch'egli vi si perfeziona. Così dico delle facoltà intellettuali. La stessa facoltà del pensiero, la stessa facoltà inventiva o perfezionativa in qualunque genere materiale o spirituale, non è che una facoltà d'imitazione, non particolare ma generale. L'uomo imita [1698]anche inventando, ma in maniera più larga, cioè imita le invenzioni con altre invenzioni, e non acquista la facoltà inventiva (che par tutto l'opposto della imitativa) se non a forza d'imitazioni, ed imita nel tempo stesso che esercita detta facoltà inventiva, ed essa stessa è veramente imitativa. V. la p.1540. fine, e segg.
(14. Sett. 1821.)
Alla p.1605. principio. Da tutto ciò risulta che l'uomo tal quale è in natura non piacerebbe all'uomo d'oggidì nè gli parrebbe bello; che l'idee naturali (cioè derivanti dalla natura) circa il bello umano (ch'è pure il meno soggetto a dispareri) discordano sommamente dalle nostre: che massimamente poi la donna tal qual ell'era bella in natura, e la più bella che si possa immaginare, non piacerebbe punto all'uomo moderno.
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