Non è ella cosa giornalmente osservata, che generalmente parlando ci ricordiamo di ciò che ci preme, e scordiamo di ciò che non c'importa? Questo viene che a quello si attende, a questo no.
Tutto ciò non ha punto che fare con una facoltà speciale e distinta di ricordarsi che l'uomo porti dalla natura.
E da queste osservazioni si conferma quanto la fabbrica intellettuale dell'uomo sia semplice in natura, cioè composta di pochissimi elementi, che diversamente modificati e combinati, [1737]producono infiniti e svariatissimi effetti. Ai quali l'uomo superficialmente badando, moltiplica i principii, le cagioni, le forze, le facoltà, che realmente sono pochissime e semplicissime. E infatti abbiamo veduto che la facoltà della memoria distintamente considerata, come si suole, facendone una delle tre principali potenze dell'anima, è un sogno, e ch'ella non è altro che una modificazione o un effetto dell'intelletto e della immaginazione.
L'attenzione che ho chiamata materiale, si può applicare a tutte le altre assuefazioni umane indipendenti o poco dipendenti dallo spirito, e dalla stessa memoria. Giacchè non la sola assuefazione che chiamiamo memoria, ma tutte hanno bisogno dell'attenzione per esser contratte; bensì questa può essere, volontaria o involontaria, avvertita o no, spirituale insomma o materiale, come quella che cagionano (secondo che ho detto) le forti sensazioni.
(19. Sett. 1821.)
Da che nacque l'invenzione del [1738]canocchiale che ha tanto influito sulla navigazione, sulla stessa filosofia metafisica, e quindi sulla civilizzazione?
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