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      Il che allora sarà fisicamente moralmente, matematicamente possibile, quando la natura del vivente e della vita sarà cambiata ne' suoi principii costitutivi.
      (1. Ott. 1821.). V. p.1882.
     
      L'uomo, e l'animale proporzionatamente, sono ragionevoli per natura. Io dunque non condanno la ragione in quanto è qualità naturale, ed essenziale nel vivente, ma in quanto (per sola forza d'indebite e non naturali assuefazioni) cresce e si modifica in modo che diviene il principale ostacolo alla nostra felicità, strumento dell'infelicità, nemico delle altre qualità ec. naturali dell'uomo e della vita umana.
      (1. Ott. 1821.)
     
      Le parole che indicano moltitudine, copia, grandezza, lunghezza, larghezza, altezza, vastità ec. ec. sia in estensione, o in forza, intensità ec. ec. sono pure poeticissime, e così le immagini corrispondenti. Come nel Petrarca
     
      [1826]Te solo aspetto, e quel che tanto AMASTI,
      E laggiuso è rimaso, il mio bel velo.
     
      E in Ippolito Pindemonte
     
      Fermossi alfine il cor che BALZÒ tanto.
     
      Dove notate che il tanto essendo indefinito, fa maggiore effetto che non farebbe molto, moltissimo eccessivamente, sommamente. Così pure le parole e le idee ultimo, mai più, l'ultima volta ec. ec. sono di grand'effetto poetico, per l'infinità. ecc.
      (3. Ott. 1821.)
     
      Finora s'è applicata alla politica piuttosto la cognizione degli uomini che quella dell'uomo, piuttosto la scienza delle nazioni che degl'individui di cui le nazioni si compongono, e che sono altrettante fedeli immagini delle nazioni.
      (3. Ott. 1821.)
     
      Come un filare d'alberi dove la vista si perda, così per la stessa ragione è piacevole una fuga di camere, o di case, cioè una strada lunghissima e drittissima, e composta anche di case uguali, perchè allora il piacere è prodotto dall'ampiezza della sensazione; laddove se le case sono di diversa forma, altezza ec. il piacere della [1827]varietà sminuzzando la sensazione, e trattenendola sui particolari, ne distrugge la vastità. Quantunque anche della moltiplice varietà si può fare una sensazione vasta e indefinita, quand'ella fa che l'animo non possa abbracciar tutta la sensazione delle grandi e numerose diversità che vede, sente, ec. in un medesimo tempo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Petrarca Ippolito Pindemonte