[1877]e non dipende cotanto nè consiste nell'assuefazione, (la quale non può esser che limitatissima, massime generalmente e nel volgo ec.) però le dette arti belle sono suscettibilissime di novità e varietà. L'architettura, il cui bello costitutivo dipende anch'esso e consiste per la più parte nell'assuefazione, varia bensì nelle nazioni affatto diverse, come varia la musica, e come la melodia della prosa o del verso, ma in nessuna nazione è suscettibile di più che tanta novità. Ed è questo un nuovo genere di somiglianza fra queste due belle arti, architettura e musica, oltre gli altri da me notati altrove.
E qui osservate come la pittura, scultura, poesia, eloquenza, quelle arti belle in somma, che ho detto esser più suscettive di novità, quelle appunto, generalmente parlando, e considerandole in un certo grado di perfezione, non possono nelle loro principali qualità esser più che tanto differenti nelle differenti nazioni. E viceversa la musica e l'architettura, arti incapaci di molta [1878]novità e varietà dentro una stessa sfera di costumi, differiscono sommamente nelle diverse sfere di costumi, anche quanto alle qualità principali, ed elementari. Ciò avviene perchè quelle hanno un soggetto e un modello universale, cioè la natura, queste particolare affatto, cioè le assuefazioni nazionali. Nuova prova del quanto sia relativo quel bello che consiste nelle sole convenienze, cioè quel solo che è veramente bello, e spetta all'astratta considerazione di esso.
Ond'è che le arti quanto più son suscettive di novità e varietà in ciascuna nazione, e per se stesse, tanto meno ponno variare da nazione a nazione, e viceversa.
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