Noi abbiamo bisogno di farci delle ragioni di piacere, per provarlo. Il bello in grandissima parte non è tale, se non perchè tale si stima. Quindi osservate quanta parte abbia la fortuna nell'esito delle opere umane, e nella fama o nell'oscurità degli uomini. Essendo certissimo che se oggi uscisse alla luce un'opera poetica di merito assolutamente uguale o superiore a quello dell'Iliade, lasciando da parte [1885]l'invidia, le cabale, le superstizioni, le pedanterie; la sola differenza di prevenzione, differenza inevitabile perchè Omero è stato tanti secoli prima di noi, farebbe che il lettore il più di buon gusto e imparziale, provasse assolutamente e senza confronto maggior diletto, e sentimento di bellezza, leggendo l'Iliade, che leggendo la nuova poesia. Tanto piccola parte del bello consiste in cose e qualità intrinseche ed inerenti al soggetto, e indipendenti dalle circostanze, e invariabili; e tanto piccola parte del diletto che reca il bello, deriva da ragioni costanti, essenziali al soggetto, e comuni a tutti i soggetti della stessa natura, e a tutti gl'individui e tempi che ne possono godere.
(10. Ott. 1821.)
Un uomo famoso per dissipazioni e sfrenatezze e fortune galanti, e infedeltà in amore, fa grand'effetto nelle donne con questa sola fama, ma forse nelle donne modeste e timide, e avvezze ad esser fedeli, più che nelle altre. La franchezza, il brio, [1886]la sfrontatezza ec. fa sempre fortuna in amore, ed è quasi indifferentemente necessaria e felice con ogni sorta di donne, perch'è quasi l'unico mezzo di ottenere.
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