Vero [1986]periodo, andamento, genio, indole, spirito della mediocrità. Ed a che altra categoria che alla mediocrità poteva appartenere la lingua della ragione e della società? Nè la lingua francese sarebbe divenuta universale e sarebbe stata così celebrata ed esaltata sopra tutte, se non nel secolo della mediocrità cioè della ragione, qual è il nostro; nè un tal secolo potrebbe preferire alcuna lingua alla francese, o alcun genio ed indole di favella a quello della francese, anche nelle proprie rispettive lingue.
Non accade qui passar dalla lingua alla nazione (come suole pur fare il filosofo), e dire che quella che parla la lingua della mediocrità, non può esser la nazione dell'originalità nè della grandezza. Ma già quale originalità qual grandezza può derivare dal colmo, dall'eccesso, dall'assoluto predominio della società? [1987]
(24. Ott. 1821.)
Per la copia e la vivezza ec. delle rimembranze sono piacevolissime e poeticissime tutte le imagini che tengono del fanciullesco, e tutto ciò che ce le desta (parole, frasi, poesie, pitture, imitazioni o realtà ec.). Nel che tengono il primo luogo gli antichi poeti, e fra questi Omero. Siccome le impressioni, così le ricordanze della fanciullezza in qualunque età, sono più vive che quelle di qualunque altra età. E son piacevoli per la loro vivezza, anche le ricordanze d'immagini e di cose che nella fanciullezza ci erano dolorose, o spaventose ec. E per la stessa ragione ci è piacevole nella vita anche la ricordanza dolorosa, e quando bene la cagion del dolore non sia passata, e quando pure la ricordanza lo cagioni o l'accresca, come nella morte de' nostri [1988]cari, il ricordarsi del passato ec.
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Omero
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