Giacchè è certo che chi scopre grandi e lontani rapporti, scopre grandi e riposte verità e cagioni: e forse perciò il fanciullo sa talvolta assai più del filosofo, e vede chiaramente delle verità e delle cagioni, che il filosofo non vede se non confusamente, o non vede punto, perocch'egli è abituato a pensare diversamente, e a seguire nelle sue meditazioni tutt'altre vie che quelle che seguì naturalmente da fanciullo.
(31. Ott. 1821.)
Alla p.2011. principio. Circa il verbo vexare, che sembra essere un continuativo di vehere dall'inusato participio vexus per vectus, di cui può far fede convexus convexitas ec. (v. il Forcell. a queste voci, e nota che si dice anche convexare, siccome [2021]convehere, e convectare) osserva il luogo di Gellio nel Forcellini, nota com'egli si aggiri non conoscendo la proprietà della formazione de' continuativi, che ha virtù di accrescere l'azione significata da' positivi; e nota ancora che vehere dall'usato vectus ha pur l'altro non controvertibile continuativo vectare.
(31. Ott. 1821.)
Alla p.1115. principio. Insomma è manifesto che la formazione dei verbi ch'io chiamo continuativi è distintissima da quella dei verbi in itare che io chiamo cogli altri, frequentativi; e l'uso lo è parimente, se non quanto potè poi degenerare o confondersi, come dirò appresso.
E parimente è manifestissimo che la formazione e l'uso de' verbi continuativi, è distintissimo da quello de' positivi, e quei continuativi che conservarono presso gli scrittori latini de' buoni tempi la loro [2022]primitiva proprietà, sono anche oggi tali che chiunque abbia gusto e tatto di latinità, conosce e sente a prima vista che non si potrebbero in nessun modo usare in luogo de' positivi, nè questi in luogo di quelli, senza mancare assolutamente alla proprietà latina, e senza totalmente barbarizzare, come versare per vertere, o vertere per versare.
| |
Forcell Gellio Forcellini
|