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      Il che dimostra che quegli altri continuativi i quali oggi non sono in questo caso, non vi sono per le ragioni che dirò in seguito, non già per la loro natura e forma, la quale originariamente e propriamente è la stessa che quella dei continuativi manifesti anche oggi, e durati sempre nell'uso de' buoni latini come continuativi.
      (31. Ott. 1821.). V. p.2118. fine e 2187. fine.
     
      Alla p.1116. marg. fine. Del resto o che quei verbi ch'io chiamo continuativi si chiamino così, o si chiamino frequentativi come gli altri fanno, bisognerà sempre [2023]allo stesso modo rendere ragione del perchè si trovino adoperati in luogo de' positivi, così che questo non fa maggiormente contro di me, di quello che faccia contro tutti quei gramatici che li chiamano frequentativi. Anzi è più duro e più lontano il passaggio dal significato frequentativo al positivo, che dal continuativo al medesimo positivo, poichè la differenza fra i due primi significati è chiara, notabile, facile a sentire e comprendere, e marcata; laddove quella fra il significato continuativo e il positivo, è spesso, anzi quasi sempre sottilissima e sfuggevolissima e metafisica, come altrove ho notato, e perciò facile a esser trascurata; siccome impossibile a esser sentita da chi non ha lungo uso e perfetto gusto di latinità.
      (31. Ott. 1821.)
     
      Alla p.1109. Di questi tali verbi di forma continuativa, propri delle lingue moderne, [2024]quelli che non hanno oggi alcun significato distintamente continuativo, o che s'usano indifferentemente come i positivi da cui derivano, o restano in luogo di questi già estinti, potranno credersi introdotti nelle nostre lingue ne' bassi tempi, o ne' bassi tempi trasportati dal significato continuativo al positivo o a qualunque altro, o sostituiti interamente ai positivi loro.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913