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      (dico fra le lingue antiche ben colte e formate, giacchè le altre sono adattabili a tutto, non per virtù, ma per difetto, e così può forse dirsi della tedesca.) Viceversa le moderne sono più o meno adattabili alle cose antiche, ed alle traduzioni degli antichi, secondo che hanno maggiore o minor libertà, e che tengono più o meno d'indole antica, [2028]o somigliante o affine all'antica: fra le quali ha il primissimo luogo l'italiana, (intendo sempre fra le colte) e l'ultimissimo possibile la francese, o piuttosto ella è fuori affatto di questo numero.
      (1. Nov. dì d'Ognissanti. 1821.)
     
      L'uomo si assuefa ad assuefarsi, ed impara ad imparare, e ne ha bisogno. Ve. Staël De l'Allemagne t.1. 1re part. ch.18. p.155. fine- 156. L'uomo del più gran talento non va esente da questo bisogno, anzi con ciò solo può formarsi il talento, e senza ciò, come spessissimo accade, la maggior disposizione possibile, resta affatto infruttuosa, ed ignota a quello stesso che la possiede. Vale a dire che nessuna facoltà esiste primitivamente nell'uomo; neppur quella d'imparare, che anch'essa bisogna acquistarsi.
      (1. Nov. 1821.)
     
      Ho detto altrove che la natura par che abbia confidato a ciascun individuo la conservazione e la cura dell'ordine, della ragione, [2029]della giustizia, dell'esistenza ec. per ciò che spetta agli altri individui, o alle altre cose esistenti; insomma la conservazione di tutta la natura, e di tutte le sue leggi, anche dove o quando punto non ci appartengono par che sia incaricata a ciascun individuo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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