Tutto ciò per altro, e tutti questi sentimenti, benchè paiano puramente naturali, innati ed elementari, non derivano poi veramente che dalle assuefazioni. Almeno fino a un certo segno, giacchè, come ho detto altrove, io credo che l'animale non sanguinario, odii naturalmente l'animale carnivoro, vedendolo afferrare, uccidere, e divorare la sua preda, quantunque egli in verità non pecchi contro alcuna legge della sua natura, ma ben contro quelle che la natura ha prescritte agli animali non carnivori. Così il giudizio e il senso del bene e del male, giusto e ingiusto, non è che relativo, e senz'alcun tipo o ragione antecedente. ec. ec. ec.
(1. Nov. 1821.)
[2032]L'uomo inesperto delle cose, è sempre di spirito e d'indole più o meno poetica. Ella diventa prosaica coll'esperienza. Ma bene spesso colui che da giovane fu per assuefazione o per natura più notabilmente poetico, tanto più presto (anche nella stessa gioventù) e più gagliardamente diviene prosaico coll'esperienza. Un eccesso tira l'altro, perchè gli eccessi, contro quello che a prima vista apparisce sono più affini, amici e vicini fra loro, che con quello che è fra loro di mezzo. Colui che per avere uno spirito gagliardamente poetico, sente fortemente, fortemente e presto deve sentire la nullità e la malvagità degli uomini e delle cose. Egli diviene fortemente disingannato, perchè fu capace di essere fortemente ingannato, e lo fu infatti. Prima della cognizione egli prova gagliarde illusioni, dopo la cognizione, gagliardi, e pronti, e costanti ed interi disinganni.
| |
|