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      (7. Nov. 1821.)
     
      Come la lingua così la letteratura francese è schiava, e la più schiava di quante sono o furono (qualità naturale in una letteratura d'indole moderna) e nemica o poco adattabile all'originalità, e quindi alla vera poesia, e quindi anche ella appena può dirsi letteratura, essendo serva dell'uso e della società, non della sola immaginazione ec. come dovrebbe. Nè poteva accadere che la lingua fosse schiava e la letteratura no, siccome non poteva e non può in nessun luogo o tempo accadere viceversa. Dico la letteratura, la quale sola, insieme coi costumi (parimente schiavi della società, e dell'uniformità in Francia, e nemici di originalità) segue o accompagna l'andamento della lingua, e ne ha tutte le qualità; non la filosofia, la quale non è in questo caso in Francia, nè per se stessa in verun luogo, poich'ella ha un [2068]tipo e una ragione indipendente da ogni circostanza, cioè la verità, incapace d'essere influita, e sempre libera ec. Così dico delle scienze ec.
      (7. Nov. 1821.)
     
      Del resto le sopraddette considerazioni provano che mentre la lingua francese, (come fu la latina) la letteratura, e i costumi francesi, sono nemici della novità per natura, giacchè escludono l'originalità, ed esigono l'uniformità, nondimeno, e per ciò stesso, detta lingua (come la latina) letteratura e costumi, sono più soggetti di qualunque altro alla novità, e mutabili fino all'ultimo grado, come abbiam veduto nel fatto quanto alla lingua latina, e come vediamo parimente in tutto ciò che spetta alla nazione francese, la più mutabile delle esistenti, (nel carattere generale come nell'individuale, e in questi come in tutto il resto) e continua maestra e fonte di novità alle altre nazioni colte.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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