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      L'italiano è così facilmente e pienamente adattabile al periodo ec. francese, come pur troppo vediamo, ma non senza perdere la sua originalità, e il gusto proprio e naturale della nazione che lo parla. E questo appunto è il caso del tedesco, quando si adatta al francese, (e se non lo è, ciò appunto vuol dire che il tedesco non è ancora formato) questo il caso del greco quando in certo modo si adattò al latino, ec. Quest'adattabilità insomma non è diversa dalla corruttibilità, e l'atto di essa, non è diverso dalla corruzione. (Ma la corruzione vien dopo il perfezionamento, e se un tal atto non par corruzione nel tedesco, ciò vuol dire ch'egli non è ancora perfetto, nè in grado di manifestare una corruzione ec.)
      La lingua francese inadattabile affatto al periodo o a qualunque altra proprietà italiana, siccome di qualunque altra [2092]lingua, pare che non sia soggetta a corruzione veruna che venga da gusto ec. ec. straniero. (E tal è pure il caso della loro letteratura, costumi ec.) Così è infatti per una parte, ma per l'altra 1. ogni volta che per qualche possibilissima circostanza politica o qualunque, ella fosse forzata ad adattarsi o transigere con qualche cosa o qualità straniera, contraddicendo ciò dirittamente alla sua natura, tutto l'intero edifizio della lingua francese rovinerebbe, ed essa lingua non sarebbe più francese. 2. ho mostrato altrove com'ella sia soggetta ad una corruzione inevitabile che nascerà, anzi si va senza interruzione formando nello stesso seno di lei, e della sua nazione; perchè questa come tutte le cose umane, ma essa soprattutto, è variabilissima, laddove la lingua francese è invariabile.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913