Così accade nello spagnuolo, così ne' trecentisti italiani (i più facili scrittori nostri), così nella stessa oscurissima lingua tedesca, i cui antichi romanzi (come di un certo romanzo del 13zo sec. intitolato Nibelung, dice espressamente la Staël) sono anche oggi assai più facili e chiari ad intendersi, che i libri moderni. Accade insomma il contrario di quello che a prima vista parrebbe, cioè che una lingua non formata, o non ben formata e regolata, e poco logica, sia più facile della perfettamente formata, e logica. (Eccetto le minuzie degli arcaismi, che abbisognano di Dizionario per intenderli ec. difficoltà che per lo straniero apprentif è nulla, e non è sensibile se non al nazionale ec. ec. Eccetto ancora certi ardiri propri della natura, e diversi secondo l'indole delle nazioni delle lingue, e degl'individui in que' tempi, i quali ardiri piuttosto affaticano, di quello che impediscano di capire. V. p.2153.) Parimente infatti [2114]i più antichi scrittori greci sono i più facili e chiari, perchè i più semplici, e di costrutti e frasi le più naturali, e lo studioso che intende benissimo Senofonte, Demostene, Isocrate ec. si maraviglia di non intendere i sofisti, e Luciano, e Dion Cassio, e i padri greci, e altri tali; e molto sbaglierebbe quel maestro che facesse incominciare i suoi scolari dagli scrittori greci più moderni, credendo, come può parere a prima giunta, che i più antichi, e più perfettamente greci, debbano esser più difficili. Così pure accade nel latino, che i più antichi sono i più facili, e di dizione più somigliante di gran lunga alla greca, che tale fu infatti la letteratura latina ne' suoi principii, e la lingua latina, anche prima della letteratura, e l'una e l'altra indipendentemente ancora dall'imitazione e dallo studio degli esemplari e letteratura greca.
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