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      1821.)
     
      Alla p.2113. marg. - e intanto non si capiscono determinatamente e precisamente, in quanto neppur lo scrittore ha dato o voluto dare a quell'espressioni un senso più che tanto preciso, o ha voluto esprimere un'idea più che tanto determinata.
      (23. Nov. 1821.)
     
      Non solo l'egoismo o l'amor proprio si trova in qualunque azione, affetto ec. possibile all'uomo, ancorchè paia il più lontano, e il più contrario all'amor di se stesso, ma in questi medesimi atti, affetti ec. l'amor proprio, v'ha tanta parte, vi si trova in misura e grado e forza tale, l'uomo [2154]o il vivente vi mira tanto a se stesso, quanto nell'azione o nell'affetto che deriva dal più sublimato, dal più schietto, infame, manifesto egoismo.
      Questo è notabile. Non solo l'uomo o il vivente non può perder l'amor proprio, ma neanche perderne una menoma parte in sua vita (per quanto i diversissimi aspetti che prende questa passione possano far credere in contrario). L'amor proprio non può, non solo svanire, ma scemar mai di un menomissimo grado; e si può dire di lui ciò che della materia, che tanta nè più nè meno ve n'ha oggi, e ve n'avrà, quanto al principio del mondo, e che la sua quantità, non è mai nè cresciuta nè scemata di un nulla. Giacchè anche l'amor proprio come non può scemare, così non può mai crescere in verun individuo, dal principio della vita alla fine. (Altra prova, ed osservazione analoga a mostrare, [2155]che e come l'amor proprio sia infinito.).
      E per conseguenza egli è tanto in ciascun momento della vita, quanto in ciascun altro; tanto nell'uomo che tradisce i doveri e i principii suoi più sacri per proccurarsi un menomo piacere, quanto in colui che attualmente eseguisce il più eroico e terribile sacrifizio per l'osservanza di un menomo dovere, o in colui che si uccide da se.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913