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      La massa dell'amor proprio è altresì precisamente la stessa in ciascun vivente di qualsivoglia specie, perocch'essa è infinita, e quindi non può essere maggiore nè minore in nessun individuo, non solo rispetto a se, ma anche comparativamente a qualunque altro individuo possibile. (23. Nov. 1821.).
      Il che appunto viceversa dimostra ch'ella è infinita assolutamente, e per se stessa.
      (23. Nov. 1821.)
     
      Le donne, i grandi, e il pubblico (letterario, civile, politico ec.) si guadagnano, si maneggiano, si muovono, si persuadono, [2156]si predominano, si vincono ec. colle stesse arti, mezzi, furfanterie, soverchierie ec. Le rivalità letterarie p.e. si esercitano nello stesso modo delle galanti. Nella repubblica letteraria ec. come presso le donne, e come nelle conversazioni, bisogna innalzarsi sopra il corpo degli altri, bisogna farsi largo, calunniare i rivali, motteggiarli, farsi dintorno una gran piazza vota, cacciandone chi la occupa, cogli artifizi e le malvagità che si esercitano co' rivali in amore ec.
      (24. Nov. 1821.)
     
      Tutto è animato dal contrasto, e langue senza di esso. Ho detto altrove della religione, de' partiti politici, dell'amor nazionale ec. tutti affetti inattivi e deboli, se non vi sono nemici. Ma la virtù, o l'entusiasmo della virtù (e che cosa è la virtù senza entusiasmo? e come può essere virtuoso chi non è capace di entusiasmo?) esisterebbe egli, se non esistesse il vizio? Egli è certissimo che [2157]il giovane del miglior naturale, e il meglio educato, il quale ne' principii dell'età alquanto sensibile e pensante, e prima di conoscere il mondo per esperienza, suol essere entusiasta della virtù, non proverebbe quell'amor vivo de' suoi doveri, quella forte risoluzione di sacrificar tutto ai medesimi, quell'affezione sensibile alle buone, nobili, generose inclinazioni ed azioni, se non sapesse che vi sono molti che pensano e adoprano diversamente, e che il mondo è pieno di vizi e di viltà, sebbene egli non lo creda così pieno com'egli è, e come poi lo sperimenta.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913