Or questo appunto è quello che non potremo concludere, se osserveremo [2190]che laddove quelli ch'io chiamo continuativi sono usati talvolta nel senso frequentativo (e la ragione vedila p.2023.) i verbi per altro in itare che son veri frequentativi o diminutivi, non si troveranno mai o difficilissimamente usati ne' vari sensi continuativi da me specificati (v. p.1116. sulla fine 1117.), il che dimostra una precisa, voluta, e non accidentale differenza tra il valor proprio de' verbi in itare, e di quelli in semplice are. E in che consista tal differenza di valor proprio, questo è ciò che essendo stato finora inosservato, ho notato io, facendo conoscere i verbi in are ec. per propriamente continuativi, non frequentativi nè diminutivi, e i verbi in itare per frequentativi o diminutivi non continuativi. E in ciò è riposta la mia scoperta. Siccome poi il significato continuativo è di natura più sottile che il frequentativo, perciò accadde che quei verbi de' quali era proprio il primo significato, fossero coll'andar del [2191]tempo facilmente tirati al senso frequentativo e altri loro non propri, siccome essendo essi di proprietà sfuggevole e facilmente disconoscibile, e confondibile; ma viceversa i verbi propriamente frequentativi o diminutivi, essendo di proprietà e significato meno sfuggevole, e metafisico e sottile, e che dava meglio negli occhi, facilmente lo conservassero, e non venissero tirati ad altro senso, neppure al continuativo sebbene per se minutissimo e confondibilissimo.
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