Così discorro di queritari da queror, [2204]il cui solo partic. noto questus non è che una sincope dell'ignoto quesitus, il quae non fu se non corruzione del parimente inusitato queritus.
(1. Dic. 1821.)
È degno di esser letto l'ultimo capo del ??????????? di Senofonte, dove inveisce contro i sofisti, dimostra l'utilità e necessità delle assuefazioni ed esercizi corporei vigorosi, dice particolarmente che bisogna seguir prima di tutto la natura, (§.?.?) ec. V. ancora il capo precedente che contiene un bell'elogio della caccia, occupazione naturalissima e primitiva, degna veramente dell'uomo, e conducente alla felicità naturale.
(1. Dic. 1821.)
Come l'amor proprio, così l'odio verso altrui che n'è indivisibile conseguenza, o fratello, si può bensì nascondere, o travisare sotto infiniti aspetti, ma non perdere nè scemare mai in verun individuo della razza animale, nè esser maggiore o minore [2205]in questo individuo che in quello. Se non quanto può esser maggiore o minore l'amor proprio, non così che l'individuo non si ami sempre quanto più può, ma riguardo all'intensità, ed a quella forza maggiore o minore di passione e di sentimento, che la natura ha dato ai diversi individui e specie di animali, e che l'assuefazione ha conservato, o cresciuto o scemato. Sotto questo aspetto l'amor proprio, il grado, la forza, la massa di esso può esser maggiore o minore secondo gl'individui e specie, e quindi anche l'odio verso altrui. Può anche esser maggiore o minore nello stesso individuo secondo le diverse età, assuefazioni successive, circostanze accidentali, giornaliere, momentanee, tanto fisiche che morali.
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Senofonte
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