Ho notato altrove come la letteratura tedesca non avendo alcuna unità, non abbia forma, giacchè per confessione dei conoscitori, il di lei carattere è appunto il non aver carattere. Non si può dunque dir nulla circa le facoltà del tedesco, che non può esser formato nè definito, non essendo tale la letteratura, (per vastissima ch'ella sia, e fosse anche il decuplo di quel che è) e mancando affatto la conversazione. Quindi anche le loro parole e frasi denno per necessità avere (come hanno) moltissimo d'indefinito. [2291]
(26. Dic. 1821.)
Alla p.2138. marg. Odoratus che significa odoroso, ed è aggettivo nell'uso, che altro è in origine fuorchè un participio? E beatus? V. ciò che ho detto di vastus. Fare de' participii in us tanti aggettivi, è così frequente nel latino, quant'altra cosa mai. Gli usavano ancora comparativamente e superlativamente come beatior, beatissimus, cumulatior, cumulatissimus; cosa propria degli aggettivi: nondimeno l'usavano di fare anche a veri participii, anche a quelli del presente attivo, come amantior, amantissimus; i quali però in tal forma pigliavano la natura di aggettivi. (26. Dic. 1821.). Similmente densus onde densare non fu forse che un participio, come prehensus, mensus, intensus per intentus (così forse densus per dentus; v. il Forcell.) ec.
Alla p.2277. sul principio. V. il pensiero precedente sulla voce odoratus, vero participio (in origine) di odorare, cioè spargere odore, o di odore (v. Forcell.); participio usato attivamente, perciocchè significa quello che sparge odore, cioè odorifero.
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