Tanto peggiori de' principi ignoranti, quanto che in questi l'egoismo ha una base meno salda; la natura che lo cagiona, v'aggiunge molti lenitivi e modificativi; le illusioni della virtù della grandezza d'animo, della compassione, della gloria non sono irrevocabilmente chiuse per loro, come per un principe filosofo moderno: e se non altro in quelli la coscienza e l'opinione ripugna al costume, e al vizio; in questi li rassoda, li protegge (essendo un filosofo moderno, necessariamente egoista, e quindi malvagio, per principii), anzi li comanda, e condannerebbe il principe se non fosse egoista dopo aver conosciute le cose e gli uomini. Così che anche un principe inclinatissimo alla virtù, divenendo filosofo alla moderna, diverrebbe quasi per forza e suo malgrado vizioso, [2295]come accade ne' privati. Volete una prova di fatto? Volete conoscere che cosa sia un principe filosofo moderno? Osservate Federico II. e paragonatelo con M. Aurelio. Di maniera che è da desiderarsi sommamente oggidì che un principe non sia filosofo, il che tanto sarebbe, quanto freddo e feroce e inesorabile egoista, ed un egoista che ha in mano, e può disporre a' suoi vantaggi una nazione, è quanto dire un tiranno. Ecco il bel frutto e pregio della filosofia moderna, la quale finisce d'impossibilitare i principi ad esser virtuosi (siccome fa ne' privati), e a conoscer gli uomini, senza il che non possono esser buoni principi. Ma siccome questo effetto della filosofia moderna, non è in quanto moderna, ma in quanto vera e perfezionata filosofia (giacchè niente di falso le possiamo imputare), e siccome le cose si denno considerare e giudicare nella [2296]loro perfezione cioè nella pienezza del loro essere, e delle loro qualità e proprietà, così giudicate che cosa sia per essenza la filosofia, la sapienza, la ragione, la cognizione del vero, tanto riguardo al regolare le nazioni, cioè riguardo a' principi, quanto assolutamente parlando.
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Federico II Aurelio
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