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      Quindi è ch'essi si difendevano da' forestieri o gli assaltavano, come facevano colle bestie, cogli animali o colle cose d'altra specie, se non quanto ponevano maggior gloria nel vincer gli uomini, come vittoria più difficile. Ma la guerra nell'antica e primitiva idea non differiva o punto o quasi punto dalla caccia, (come non differisce presso i selvaggi). Quindi non quartiere, non pietà, non magnanimità (che allora non si credeva aver luogo col nemico), non perdono col vinto; quindi [2306]ostinazione, risolutezza di non cedere, (e come avrebbero voluto sottostare al governo di animali, di fiere ec.? come dunque a quello di uomini creduti d'altra specie?) disperazione di esser vinto, schiavitù, depredamenti, incendi, distruzioni degli alberghi e dei paesi, delle sostanze e delle persone dei vinti; quindi tutti gli altri effetti dell'antico odio nazionale, che altrove ho specificati, e che sono parimente moderni nei selvaggi, barbari ec.
      (29. Dic. 1821.)
     
      Alla p.1283. principio. Io sospetto di aver trovato effettivamente questa radice hil nell'antichissimo latino. Osservate. Nihilum, è quasi ne hilum, dice il Forc. e seco gli etimologi. V. anche il Forcell. in Per hilum. E non v'è questione perocchè Lucrezio dice neque hilo ec. rompendo il composto, in vece di nihiloque, come solevano gli antichi latini, massime i poeti, (come Plauto disque trahere per et distrahere) e questi anche a' buoni secoli: e così i greci. Nè solo Lucrezio ma altri che v. nel [2307]Forc. in Hilum. Della particella privativa ne (cambiata nella composizione in ni) vedi il Forcell. in ne, e in nego.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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