A questa poi ancora è proporzionatamente necessaria per il pieno sviluppo, e la perfetta pittura dei caratteri, e lo spicco dei medesimi, i quali si perdono affatto (per vivi e ben imitati che sieno) quando la curiosità dell'intreccio assorbe tutto l'interesse e l'attenzione dell'uditore. In somma l'uditore non deve tanto interessarsi del successo, e anelare allo scioglimento del nodo, ch'egli perda l'interesse e la commozione ec. successiva, e continua, ed applicata individualmente a ciascuna parte del dramma, e a tutto il processo dell'azione ugualmente.
(31. Dic. 1821.). V. p.2326.
L'animo umano è sempre ingannato nelle sue speranze, e sempre ingannabile: sempre deluso dalla speranza medesima, e sempre capace [2316]di esserlo: aperto non solo, ma posseduto dalla speranza nell'atto stesso dell'ultima disperazione, nell'atto stesso del suicidio. La speranza è come l'amor proprio, dal quale immediatamente deriva. L'uno e l'altra non possono, per essenza e natura dell'animale, abbandonarlo mai finch'egli vive, cioè sente la sua esistenza.
(31. Dic. 1821.)
Circa quello che ho detto altrove del vir frugi de' latini, che significava uomo di garbo, e propriamente non voleva dir altro che utile, vedi il Forcellini in Nequam, che significa cattivo, e propriamente non vale che inutile. Così in Nequitia ec.
(31. Dic. 1821.)
Alla p.2250. marg. Nihil, vehemens ec. sono adoperati più volte da' poeti, quello come monosillabo, questo come dissillabo ec. V. il Forcellini. Così Nihilum dove appunto devi vedere il Forcell. in fine della voce.
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Forcellini Nequam Nequitia Forcellini Nihilum Forcell
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