(4. Gen.1822.). Da clavis clef, da cervus cerf, da nervus nerf, ec. ec. ec. Cioè tolta la desinenza al solito, in vece di pronunziare nerv, pronunziarono nerf ec.
Alla p.155. poco sopra il fine. È anche maniera continuativa fra noi star facendo dicendo, ec. V. la Crusca. Anzi il verbo stare, e per sua natura in tutte le lingue (giacchè egli è propriamente ed essenzialmente un continuativo di essere), e per proprietà della nostra, è il più adattato, o piuttosto è precisamente quello ch'esprime la continuità o durata di qualsivoglia azione (sebbene non molto elegantemente). P.e. s'io vorrò esprimere la forza di un continuativo latino, non avrò che ad usare in italiano il verbo stare col gerundio esprimente quell'azione, e per lectare dirò star leggendo, massime se l'azione non è affatto di moto, o materiale o ideale, e metaforico ec. Ma volgarmente diciamo tutto giorno anche star passeggiando, o camminando, o viaggiando e simili, e propriamente e perpetuamente adoperiamo in questa forma il verbo stare in luogo di universale continuativo.
(4. Gen. 1822.). V. p.2374.
[2329]Alla p.1136. fine. Fra le molte prove che si potrebbero addurre di ciò, cavate dalla veramente profonda e non superficiale investigazione della più remota antichità, v'è anche questa. Noi diciamo che lo spirito denso dei greci fu bene spesso trasformato dai latini in una s. Ma il fatto sta che gli antichissimi monumenti greci hanno essi medesimi il sigma, dove poi si costumò di porre lo spirito denso, e forse anche in luogo del lene.
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Crusca
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