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      Le donne Veneziane piacciono molto a sentirle parlare anche per la rapidità materiale del loro discorso, per la copia inesauribile che hanno di parole, perchè la rapidità non le conduce a verun intoppo ec., cioè non ostante la velocità della pronunzia e del discorso, non intoppano ec. Anche [2337]a rapidità, la concisione ec. dello stile, e il piacere che ne ridonda, possono e debbono in parte ridursi sotto queste considerazioni.
      (8. Gen. 1822.)
     
      La sveltezza o veduta o concepita, per mezzo di qualunque senso, o comunque, (v. il pensiero precedente) comunica all'anima un'attività, una mobilità, la trasporta qua e là, l'agita, l'esercita ec. Ed ecco ch'ella per necessità dev'esser piacevole, perchè l'animo nostro trova sempre qualche piacere (maggiore o minore, ma sempre qualche piacere) nell'azione, sinch'ella non è o non diviene fatica, e non produce stanchezza.
      (8. Gen. 1822.)
     
      Volete veder come sia naturale lo stato presente dell'uomo? Anche quello dell'agricoltore che pur conserva, tanto più che gli altri, della natura? L'uomo presente, e già da gran tempo, vuol latte vuol biade per cibarsi, vino per dissetarsi, lana per vestirsi, vuole uova ec. ec. Ecco seminagioni, vigne, pecore, capre, galline, buoi per arare ec. vacche per partorirli, e per latte ec. Ma il capro nuoce anzi distrugge la vigna; così fanno i buoi ed alla vigna e ad ogni albero da frutto se vi si lasciano appressare; le greggi, e gli armenti, e il [2338]pollame ec. sterminerebbero i seminati se non si avesse infinita cura d'impedirlo; il pollame nuoce alle stalle delle greggi, e degli armenti; i danni del porco sarebbero infiniti ai campi e al bestiame, se non vi si avesse l'occhio ec. ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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