Dove appunto io credo che l'u anticamente fosse doppio, e quindi poi lungo, come l'a dell'ablativo singolare 1. declinazione per la stessa causa. V. la p.2360. 2365. (Ed osserva che questa è un'altra prova dell'essersi dagli antichi pronunziate le vocali doppie come sillabe semplici, giacchè metus ec. presso tutti i poeti è dissillabo, e metum seguito da vocale, resta monosillabo ec.) Laonde togliendo ad esse voci la terminazione in us come nè più nè meno a quelle della seconda, restava un altro u, ed aggiungendo la desinenza in are, conveniva dire fluctu-are, e non fluct-are ec. Come appunto da continuus, ch'essendo della seconda, pur finisce in uus, si fa (togliendo la desinenza in us) continu-are, da perpetuus pertu-are, da cernuus cernu-are, ec. da vacu-us evacu-are, da Febru-us o da Febru-a, orum, februare ec. da obliquus obliquare ec. da viduus viduare ec. (9. Gen. 1822.), da Fatua fatuari, da fatuus infatuare.
[2340]Alla p.2357. Faxo usato assai dagli scrittori, massime antichi, giacchè è parola al tutto antica, per faciam fut. indicat. non è gramaticalmente altro che un'antica forma del fut. congiunt. fecero, come levasso di levavero, presso Cic. nel principio de Senectute. V. il Forcell. in Faxim.
(9. Gen. 1822.)
Alla p.1107. fine. Ausus participio del neutro o attivo audere, participio di significazione neutra o attiva alla forma dei deponenti (participio che anche si coniuga, dicendo ausus sum, es, ec. in luogo di che gli antichi dissero ausi, onde poi comunemente ausim per ausus sim o fuerim), può servire anch'esso molto bene a dimostrare questo antico uso di dare ai verbi attivi o neutri il participio passato di significazione non solamente passiva, ma anche attiva o neutra, come ne' deponenti.
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Febru-us Febru-a Fatua Cic Senectute Forcell Faxim
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