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      Nè si può credere che tali parole venissero anticamente nel Lazio per mezzo della lingua greca, mentre esse sono più simili al sascrito di quello sieno le corrispondenti greche, laddove al contrario avrebbe dovuto essere. E sono più simili alle [2354]sascrite che alle greche. Il che in ogni modo è segno di ciò che vogliamo dimostrare, cioè che la lingua latina derivata da una stessa, o da simil fonte colla greca, o quando anche fosse figlia della greca, conserva i vestigi dell'antichità (e sua e greca) più della stessa lingua greca, in quanto e nel modo che l'una e l'altra ci sono note.
      (20. Gen. 1822.)
     
      Virg. En. 6. v.567.-69. dice che Radamanto, il giudice criminale delle anime, condanna coloro che non hanno fatto ammenda delle loro colpe. Castigatque auditque dolos; subigitque fateri Quae quis apud superos, furto laetatus inani, (cioè vanamente rallegrandosi di aver negata agli Dei la soddisfazione dovuta loro per li suoi falli) Distulit IN SERAM commissa piacula MORTEM. Parole notabilissime perchè danno a conoscere come anche i gentili avessero chiara idea ed opinione della possibilità e necessità della penitenza, e dell'empietà e stoltezza di chi indugia a pentirsi e placar gli Dei sino alla morte. E notate qui in Virgilio un'espressione quasi Cristiana. Della possibilità e necessità d'impetrare dagli Dei il perdono delle proprie colpe, v. Senofonte, Memorab. l.2. c.2. p.14.
      (22. Gen. 1822.)
     
      [2355]Alla pagina 1150. fine. Ostentare assoluto continuativo di ostendere in senso di semplicemente mostrare, ovvero far mostra ec. e continuativo di durata, eccolo in Virg.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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