Ecco la superiorità naturale su tutti gli esseri, che si scopre in noi mediante la bella e generale supposizione della nostra perfettibilità.
(5. Marzo 1822.)
????? ??? ????? ??? ??? ???? ???? ???? ? ?? ?? ???? ???? ?? ??? ?????? ???? ?? ?????. Quippe omnia bona sunt ac pulcra, ad quae bene se habent; mala vero ac turpia, ad quae male. Leunclav. Parole di Socrate ad Aristippo appresso Senofonte ????????????????? ????? ??? ???. 8. §.7.
(17. Marzo 1822.)
Nelle scritture de' moderni puristi italiani (p.e. del Botta) per lo più si vede chiaramente un moderno che scrive all'antica, e quindi non ha la grazia dello scrivere antico, non avendone lo spontaneo. Una delle due, o s'ha da parere un [2396]antico che scriva all'antica, vale a dire che questo scrivere paia naturale dello scrittore, e venuto da se; o s'ha da essere un moderno che scriva alla moderna: e volendo parere un moderno, non si dee volere scrivere altrimenti, se si vuol fuggire il contrasto ridicolo e l'affettazione; e molto meno volendo scriver cose moderne, e pensieri di andamento moderno (cioè insomma propri dello scrittore, che mentre vive non sarà mai antico): le quali cose e i quali pensieri, da che mondo è mondo, in qualsivoglia nazione non si sono scritti nè potuti scrivere in altra lingua che moderna (perchè questa sola è loro connaturale, e perciò sola dà il modo di bene e pienamente esprimerli), e non altrimenti che alla moderna.
(19. Marzo dì di S. Giuseppe. 1822.)
Quando mai, se si potesse, dovressimo, quanto allo stile, parere antichi che pensassero alla moderna.
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Socrate Aristippo Senofonte Botta S. Giuseppe
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