(2. Maggio 1822.). V. p.2488.
[2415]Alla p.2402. Non solo non bisogna vantarsi delle proprie sciagure, ma guardarsi di confessarle, e ciò anche a quelli cui sono notissime. Se ne perde, non solo la protezione, o l'amore efficace, ma eziandio la semplice affezione, e lo so per propria sperienza.
(5. Maggio. 1822.)
La vita è fatta naturalmente per la vita, e non per la morte. Vale a dire è fatta per l'attività, e per tutto quello che v'ha di più vitale nelle funzioni de' viventi.
(5. Maggio. 1822.)
Una lingua non è bella se non è ardita, e in ultima analisi troverete che in fatto di lingue, bellezza è lo stesso che ardire. E che altro sarebb'ella? L'armonia ec. del suono delle parole? Quest'è una bellezza affatto esterna, e della quale poco o nulla si può convenire, essendo diversissime in questo genere le opinioni e i gusti, secondo le nazioni e i secoli. Per noi è bruttissimo il suono delle parole orientali, e per gli orientali altrettanto sarà delle nostre. E parlando esattamente che cosa intendiamo noi dell'armonia della lingua greca che pur chiamiamo bellissima? Che sentimento, che gusto [2416]ne proviamo noi, se non, per dir poco, incertissimo, confusissimo, e superficialissimo? Certo è che l'armonia della lingua nostra, qualunque ella sia, ed ancorchè asprissima, ci diletta, ed è sentita da noi molto più che quella della lingua greca, e quindi non avremmo alcuna ragione di preferir questa lingua per la bellezza, neppure alla tedesca, o alla russa. Forse la bellezza consisterà nella ricchezza?
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