Pagina (1785/1913)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      (8. Maggio. 1822.)
     
      Amando il vivente quasi sopra ogni cosa la vita, non è maraviglia che odi quasi sopra ogni cosa la noia, la quale è il contrario della vita vitale (come dice Cicerone in Lael.). Ed in tanto non l'odia sempre sopra ogni cosa, in quanto non ama neppur sempre la vita sopra ogni cosa; p.e. quando un eccesso di dolor fisico gli fa desiderare anche naturalmente la morte, e preferirla a quel dolore. Vale a [2434]dire quando l'amor proprio si trova in maggiore opposizione colla vita che colla morte. E perciò solo egli preferisce la noia al dolore, cioè perchè gli preferisce eziandio la morte, se non quanto spera di liberarsi dal dolore, e il desiderio della vita è così mantenuto puramente dalla speranza.
      Del resto l'odio della noia, è uno di quei tanti effetti dell'amor della vita (passione elementare ed essenziale nel vivente) che ho specificati in parecchi di questi pensieri. E l'uomo odia la noia per la stessa ragione per cui odia la morte, cioè la non esistenza. E quest'odio medesimo della noia è padre d'altri moltissimi e diversissimi effetti, e sorgente d'altre molte e varie passioni o modificazioni delle medesime, tutte essenzialmente derivanti da esso odio, delle quali ho pur detto in più luoghi.
      (8. Maggio 1822.)
     
      Che le passioni antiche fossero senza comparazione più gagliarde delle moderne, e gli effetti loro più strepitosi, più risaltati, più materiali, [2435]più furiosi, e che però nell'espression loro convenga impiegare colori e tratti molto più risentiti che in quella delle passioni moderne, è cosa già nota e ripetuta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Cicerone Lael