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      Certo č che la natura a ciascuna specie d'animali (come anche di piante ec.) ha assegnato certe proporzioni nč tanto strette che l'uno individuo sia precisamente della misura dell'altro, nč tanto larghe che non si possa quasi definir nemmeno lassamente la grandezza propria degl'individui di quella specie. Ora di qualunque specie d'animali vi discorra un naturalista, ve ne dirā presso a poco la grandezza, e qualunque individuo voi ne veggiate, corrisponderā, o si [2562]discosterā poco da quella, e in somma la misura della grandezza sarā sempre per voi una qualitā distintiva di quella specie d'animali, e pigliandola a un dipresso, (tanto pių a un dipresso quanto la loro grandezza specifica č maggiore assolutamente) non t'ingannerā mai. Poniamo anche caso che d'una specie tu non abbia veduto se non un solo individuo, e che questo sia l'estremo o della grandezza o della piccolezza della specie. Ancorchč tu ti formi l'idea della grandezza di quella specie sopra quel solo individuo, vedendone poi degli altri, non ti trovi ingannato gran cosa, nč sproporzionatamente lontano dalla tua idea, nč per causa della differente grandezza (purchč siano in fatto della medesima specie), ti accade di non riconoscerli per individui di quella tale specie, o di dubitare che non lo sieno. E ciō quando anche fossero gli estremi contrari del primo individuo da te veduto.
     
      [2563]Questo pensiero, considerate ben le cose, trovo che non č vero, e perō lo lascio a mezzo. La differenza delle proporzioni fisiche tra gl'individui umani, ci par maggiore che nell'altre cose, per le ragioni ch'ho detto altrove.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913