1822.) ed ancorch'ella sia precisamente l'estremo opposto alla lingua francese.
(2. Sett. 1822.)
Alla p.1271. Io tengo per certissimo che l'invenzione dell'alfabeto sia stata una al mondo, voglio dir che la scrittura alfabetica non sia stata inventata in più luoghi (o al medesimo tempo o in diversi tempi) ma in un solo, e da [2620]questo sia passata la cognizione e l'uso della detta scrittura di mano in mano a tutte le nazioni che scrivono alfabeticamente. Non è presumibile che un'invenzione ch'è un miracolo dello spirito umano (o forse ha la sua origine dal caso come il più delle invenzioni strepitose) sia stata ripetuta da molti, cioè fatta di pianta da molti spiriti. E la storia conferma ciò ch'io dico. 1. Le nazioni che non hanno, o non hanno avuto commercio con alcun'altra, o con alcun'altra letterata, non hanno avuto o non hanno alfabeto. Cento altre nostre cognizioni mirabili si son trovate sussistenti presso questo o quel popolo nuovamente scoperto: l'alfabeto (primo mezzo di vera civilizzazione) non mai. Il Messico avea governo, politica, nobiltà, gerarchie, premi militari, anzi Ordini cavallereschi rimuneratorii del merito, calendario, architettura, idraulica, cento belle arti manuali, navigazione, ec. ec. ed anche storie e libri geroglifici, ma non alfabeto. La China ha inventato polvere, bussola, e fino la stampa; ha infiniti libri, ha prodotto un Confucio, [2621]ha letteratura, ha gran numero di letterati, fino a farne più classi distinte, con graduazioni, lauree, studi pubblici ec. ec. ma non ha alfabeto (benchè i libri cinesi si vendano tutto dì per le strade della China al minutissimo popolo, e anche ai fanciulli, e la professione del libraio sia delle più ordinarie e numerose). 2. Si sa espressamente per tradizione che gli alfabeti son passati da paese a paese.
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Messico Ordini China Confucio China
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