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      La Grecia narra d'avere avuto il suo dalla Fenicia; così ec. ec. ec. 3. Grandissima parte degli alfabeti dimostra l'unità dell'origine guardandone sottilmente o il materiale, o i nomi delle lettere (come quelli del greco paragonati agli ebraici ec. ec.). E questo, non ostante che le nazioni siano disparatissime, e niun commercio sia mai stato fra talune di esse, come tra gli ebrei e i latini antichi che ricevettero l'alfabeto (forse) dalla Grecia, che l'ebbe dalla Fenicia, che l'ebbe da' samaritani o viceversa ec. ec. e così l'alfabeto latino vien pure a ravvicinarsi sensibilmente all'ebraico. [2622]4. Se alcuni alfabeti non dimostrano affatto alcuna somiglianza con verun altro, nè per figura nè per nomi ec. ciò non conclude in contrario. Ma vuol dire, o che l'antichità tolse loro, o agli alfabeti nostri ogni vestigio della loro primissima origine; o piuttosto che quelle tali nazioni ricevendo pur di fuori, come le altre, l'uso della scrittura alfabetica, o non adottarono però l'alfabeto straniero, o adottatolo lo vennero appoco [appoco] perfezionando, cioè accomodando alla loro lingua, finchè lo mutarono affatto: o vero tutto in un tratto gliene sostituirono un altro nuovo e proprio loro, come fu dell'alfabeto armeno, sostituito al greco ch'era stato usato fino allora dalla nazione, la quale col mezzo di esso aveva imparato a scrivere, e conosciuto l'uso dell'alfabeto, del che vedi p.2012.
      (2. Sett. 1822.)
     
      Le nazioni civili dell'Asia, dopo la conquista d'Alessandro erano veramente ????????? cioè parlavano e scrivevano la lingua greca, non come propria, ma come lingua colta, e nota universalmente, [2623]e letta da per tutto (e così deve intendersi il luogo di Cic. pro Archia), e come noi o gli svedesi o i russi o gli olandesi scrivono il francese: noi (più di rado) per cagione della sua universalità; quegli altri, come anche i polacchi, e al tempo di Federico i prussiani, per non aver lingua che sia o fosse ancora abbastanza capace ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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