? Resta dunque per tutta idea e teoria di gusto [2637]universale ed eterno, un idea ed una teoria, che comprenda solamente, e si fondi, e si formi di quei principii che, relativamente al gusto, si trovano esser comuni a tutti gli uomini, e tenere alla primitiva e immutabile natura umana. Ma questi principii, dico io che sono pochissimi, ed applicabilissimi, conformabilissimi, e fecondi di numerosissime e diversissime conseguenze (siccome lo sono tutti i principii naturali, e veramente elementari, perchè la natura è semplicissima, pochi principii ha posto, e questi, infinitamente e diversissimamente e anche contrariamente17 modificabili): dal che segue che questa idea e questa teoria d'un gusto che sia veramente universale ed eterno, si riduce a pochissime regole, ed è infinitamente meno circoscritta e distinta di quel che comunemente si crede; e lascia luogo a infiniti [2638]gusti diversissimi ed anche contrarii fra loro (che noi riproviamo, e perchè ripugnano al gusto nostro o individuale o nazionale, e questo forse momentaneo, li crediamo, al nostro solito, contrarii all'universale ed eterno): anzi non solo lascia loro luogo, ma li produce, non meno che quello ch'a noi pare il solo vero buon gusto ec.
(13. Ott. 1822.)
Ma senza alcun fallo gli uomini comunemente hanno questo difetto, e tutti generalmente in ciò pecchiamo, che noi della nostra vita speriamo assai, ed il nostro tempo largo misuriamo, e dello altrui per lo contrario sempre temiamo, e siamone scarsi e solleciti, debole e breve reputandolo.
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