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      Così l'uomo si astiene di comparire a una festa (dove crede che si sarebbe trovato con piacere) per non assettarsi; e se si fosse trovato all'ordine, o se non se gli fosse richiesto d'assettarsi, sarebbe andato alla festa: la qual era pure un piacer vicino e pronto, e che si otteneva certamente con un'ora di pochissima fatica. Così la pigrizia ritiene ancora da quei travagli che sono necessari a procacciarsi il mangiare e il bere, perchè essi in se non hanno piacere. Così da cento altre azioni utili, cioè conducenti più o men tosto al piacere (giacchè questo è il significato di utile), ma non piacevoli in se: e tanto più quanto più è lontano il piacere ch'esse procacciano, e quanto elle sono più faticose, più lunghe, e meno piacevoli.
      (20. Maggio 1823.)
     
      La voce popolare bobò che significa presso di noi uno spauracchio de' fanciulli simile al ????( ec. dei greci, alle Lammie de' latini ec. [2704](V. il mio Saggio sugli errori popolari) non è altro che un sostantivo formato dalle due voci bau bau (colla solita mutazione dell'au in o), o piuttosto le stesse due voci sostantivate, e ridotte a significare una persona o spettro che manda fuori quelle voci bau bau. Le quali sono voci antichissime e comuni ai greci che con esse esprimevano l'abbaiare dei cani, e quindi fecero il verbo ???????; ai latini che ne fecero nello stesso senso il verbo baubari, e a noi che ne abbiamo fatto baiare e quindi abbaiare (se pur questi verbi non vengono dal suddetto latino), onde il francese antico abaïer e il moderno aboyer de' quali verbi vedi il Dizionario di Richelet.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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