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      Ed eccovi questo nesso, introdotto a principio dagli scrivani per fretta e per comodo, non riconoscendosi più la sua origine, o anco riconoscendosi, ci viene nelle grammatiche antiche e moderne come un carattere proprio dei greci, e come uno degli elementi del loro alfabeto. Lo stesso accadde allo ?, che non è fenicio, introdotto come nesso per rappresentare due caratteri, cioè ??, o ??, o ??: e ciò per essere questi suoni, frequentissimi nella lingua greca, siccome anche nella lingua latina, nel cui alfabeto pertanto ha pure avuto luogo questo medesimo nesso, considerato come carattere. In luogo del quale gli antichi greci scrivevano ??, o ??. Lo stesso dicasi [2744]del ?, carattere (originariamente nesso) che non si trova nell'alfabeto fenicio (perciocchè il [ o p è veramente il ?, latino P, giacchè l'F è il digamma eolico), e che fu introdotto in vece del ?? che si trova negli antichi monumenti greci, dove pur si trova il KH in vece del X, carattere non fenicio. Questi due suoni composti, anzi doppi, ph e ch, frequentissimi nella lingua greca, non si udivano nella latina. Dunque l'alfabeto latino non ebbe questi due segni. I tre caratteri ?, ?, ? s'attribuiscono presso Plinio (7. 56.) a Palamede, aggiunti da lui all'alfabeto Cadmeo o Fenicio. Lo stesso dite dell'?, che s'attribuisce presso il medesimo a Simonide ec.
      Ne' tempi più hassi, moltiplicandosi le scritture, o piuttosto la necessità di scrivere in fretta per la scarsezza degli scrivani e del guadagno, e di scrivere in poco spazio per la scarsezza della carta ec., e massimamente la negligenza e sformatezza e il cattivo gusto della scrittura, e quindi impicciolendosi e affrettandosi sommamente le forme dei caratteri, [2745]si moltiplicarono anche a dismisura i nessi, le abbreviature ec. d'ogni genere (delle quali gli antichi erano stati parchissimi, e alle quali anche poco si prestava la forma del loro carattere); di modo che non v'è quasi codice o greco o latino di quelle età che non offra nuove differenze di legature e abbreviature ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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