(18. Giugno 1823.)
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(19. Giugno 1823.)
Alla p.2683. marg. Da questa verissima osservazione del Castiglione, segue che tutte le immense fatiche che un perfetto scrittore deve spendere per dare a' suoi scritti la finitezza, la [2797]grazia, la leggiadria, la nobiltą, la forza, insomma la bellezza della lingua, non possono esser nč valutate, nč gustate, neppur sentite dagli stranieri, che non sono assueti a scrivere in quella tal lingua, o non sono assueti a scriverla bene, il che č tutt'uno; e quindi elle sono tutte gittate per gli stranieri, e tutte inutili, alla gloria dello scrittore riguardo agli esteri. Ma quanta parte dello stile č quasi tutt'uno colla lingua! Anzi chi puņ veramente o gustare o giudicare dello stile di un'opera, non potendo della lingua? E si puņ ben dire che ogni lingua ha il suo stile, o i suoi stili, che non si possono non che giudicare, appena ben concepire, se non si č in grado di giudicare e gustare quella tal lingua perfettamente, anzi di bene scriverla, perchč neppure i nazionali gustano quegli stili se non sono sperimentati nello scrivere la propria lingua.
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Procopium Sophistam-Gazaeum Fabric Castiglione
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