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      (28. Giugno 1823.)
     
      Ho recato altrove, in proposito dei sinonimi, alcuni esempi di voci che nelle lingue figlie della latina sono passati ad aver per proprii de' significati ben lontani da quelli che avevano nella latina, e tra queste il verbo quaerere (querer) che nella lingua spagnuola significa velle. Aggiungete l'esempio del verbo latino creare (criar) che in ispagnuolo significa allevare, educare, sì esso come i suoi derivati, crianza, criado ec.
      (28. Giugno 1823.)
     
      [2836]Solae communes natos, consortia tecta Urbis habent (apes), magnisque AGITANT sub legibus aevum. Georg. l.4. v.153-154. Qui il verbo agito non può esser più continuativo di quel ch'egli è; e veramente non so chi possa avere il coraggio di dire ch'egli in questo e ne' simili luoghi sia frequentativo.
      (28. Giugno 1823.)
     
      Ho mostrato altrove che i poeti e gli scrittori primitivi di qualunque lingua non potevano mai essere eleganti quanto alla lingua, mancando loro la principal materia di questa eleganza, che sono le parole e modi rimoti dall'uso comune, i quali ancora non esistevano nella lingua, perchè scrittori e poeti non v'erano stati, da' quali si potessero torre, e i quali conservassero quelle parole e modi che già furono in uso. Onde quando una lingua comincia ad essere scritta, tanto esiste della lingua quanto è nell'uso comune: tutto quello che già fu in uso, e che poi ne cadde, è dimenticato, non avendovi avuto chi lo conservasse, il che fanno gli scrittori, che ancora non vi sono stati. Togliere più che tante parole o forme da quella lingua la cui letteratura serve di modello alla nuova (come gl'italiani avrebbero potuto fare dalla lingua latina), è pericoloso in quei principii molto più che nel séguito (contro quello che si stimano i pedanti), anzi non si può, perchè quando nasce la letteratura [2837]di una nazione, questa nazione è naturalmente ignorante, e però lo scrittore o il poeta, così facendo, non sarebbe inteso, e la letteratura non prenderebbe piede, non si propagherebbe mai, non crescerebbe, non diverrebbe mai nazionale.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Solae Urbis