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      Si può dir simile ad adspectare. Noi non usiamo advidere se non reciproco, cioè neutro passivo, sempre però in significato simile ai sopraddetti, o che questo sia relativo agli occhi che propriamente vedono, o all'animo che considera e conosce. Chi vuol ridere e nuovamente vedere quanti spropositi abbia fatto dir la poca notizia finora avutasi della formazion de' verbi [2845]latini e latinobarbari da' participii o supini d'altri verbi, vegga la bella etimologia di advisare che dà l'Hickesio presso il Cange nel Glossario. Vedi la Crusca anche in avvisamento §.3. e in avvisatura.
      (29. Giugno, mio dì natale. 1823.). V. p.3019.
     
      Vantano che la lingua tedesca è di tale e tanta capacità e potenza, che non solo può, sempre che vuole, imitare lo stile e la maniera di parlare o di scrivere usata da qualsivoglia nazione, da qualsivoglia autore, in qualsivoglia possibile genere di discorso o di scrittura; non solo può imitare qualsivoglia lingua; ma può effettivamente trasformarsi in qualsivoglia lingua. Mi spiego. I tedeschi hanno traduzioni dal greco, dal latino, dall'italiano, dall'inglese, dal francese, dallo spagnuolo, d'Omero, dell'Ariosto, di Shakespeare, di Lope, di Calderon ec. le quali non solamente conservano (secondo che si dice) il carattere dell'autore e del suo stile tutto intero, non solamente imitano, esprimono, rappresentano il genio e l'indole della rispettiva lingua, ma rispondono verso per verso, parola per parola, sillaba per sillaba, ai versi, alle costruzioni, all'ordine preciso [2846]delle parole, al numero delle medesime, al metro, al numero e al ritmo di ciascun verso, o membro di periodo, all'armonia imitativa, alle cadenze, a tutte le possibili qualità estrinseche come intrinseche, che si ritrovano nell'originale; di cui per conseguenza elle non sono imitazioni, ma copie così compagne com'è la copia d'un quadro di tela fatta in tavola, o d'una pittura a fresco fatta a olio, o la copia d'una pittura fatta in mosaico, o tutt'al più in rame inciso, colle medesimissime dimensioni del quadro.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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